E – Il mensile di Emergency e il mondo che vogliamo: Comicom intervista Maso Notarianni

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Dal 6 aprile esce il nuovo mensile di Emergency, E, nato da una necessità, da un bisogno impellente: l’articolo di apertura del primo numero, un dialogo tra il direttore Gianni Mura e Gino Strada, si chiama non a caso “Chi ce lo fa fare?“. È una ribellione all’indifferenza, al qualunquismo, alla sensazione dilagante di poter solo aprire le braccia “all’italiana” davanti alla situazione di un Paese che ha appena festeggiato 150 compleanni. Ma senza il gusto della saggezza di una vecchiaia come punto di maturazione, di crescita, di consapevolezza politica e sociale di cui essere orgogliosi.

“Per chi è stanco di farsela raccontare”, recita il claim. Qui il documento-manifesto di Emergency, Il mondo che vogliamo.

Avevamo visto a marzo la presentazione di E, e il nostro occhio è stato catturato da tavole di fumetti, pregevoli illustrazioni, e l’intento, chiaro, da parte di Gianni Mura, Gino Strada e dal condirettore Maso Notarianni, di sviluppare una pubblicazione densa ma accessibile, di qualità e per tutti. Il confine per generare un utile destinato agli ospedali di Emergency è la soglia dei 30.000 abbonamenti: un atto di cittadinanza attiva scrivere e leggere.

Abbiamo fatto alcune domande proprio a Maso Notarianni a proposito di E , sulla scelta editoriale di utilizzare il fumetto come strumento di comunicazione e di amplificazione della portata del messaggio della rivista.

Graphic journalism, inchieste a fumetti: con E volete parlare al maggior numero di persone possibile, non a una nicchia. Il fumetto ha anche questa funzione in quanto linguaggio popolare e di veloce leggibilità, di grande empatia ed espressività nel raccontare storie vere.

La domanda è in realtà una risposta. Che non saprei dare meglio, in verità. Posso aggiungere solo che un disegno trasmette una concretezza che la parola scritta rende molto meno facilmente.

Perché la scelta redazionale di pubblicare un fumetto come Moby Prince su E?

Perché era l’anniversario. E pensiamo che la memoria sia importante. Perché è scandaloso che dopo 20 anni non ci sia una verità e un colpevole. Anche perché, nota personale, è stata la mia prima querela, un pezzo sulla Moby Prince. Erano vent’anni fa, mannaggia.

I fumetti saranno a puntate o saranno pubblicate solo delle parti?

Tendenzialmente, i fumetti saranno in versione integrale. O rimontati apposta per noi, o addirittura inediti.

Cosa avete in cantiere a proposito di fumetti?

Non si svela il futuro. Ma certamente fumetti che facciano pensare.

Nel mensile sono presenti anche tante illustrazioni, di vari autori. La vostra intenzione è anche quella di offrire un prodotto esteticamente bello…

La bellezza è un diritto. E rende la vita più piacevole. E soprattutto è un esempio che vorremmo dare.

 

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