di Caterina Bonora
Il crowdfunding e le sue piattaforme, da Kickstarter a Indiegogo, sono la nuova frontiera per la sostenibilità di progetti legati alla creatività, in particolar modo in un mercato difficile come quello del fumetto d’autore. Un fulgido esempio di un’opera che sta raccogliendo ampi consensi grazie al crowdfunding è Lumina, di cui si fa un gran parlare: in questo momento ha raggiunto su Indiegogo la ragguardevole cifra di 19.860 euro sull’altrettanto ragguardevole obiettivo di 44.000.
Abbiamo intervistato sugli aspetti tecnici e progettuali del crowdfunding gli autori Emanuele Tenderlini, Linda Cavallini e, per il marketing, Davide Migliore per Coffee Tree Studio. Per il merito del progetto in sé vi invitiamo caldamente a visitare il sito web, e vi renderete conto di quanto conta la qualità del contenuto oltre al sapersi muovere nell’ambito: Content is King!
Emanuele, da quali necessità e desideri viene la vostra scelta di crowdfunding su Lumina?
Dalla voglia di sperimentare nuovi strumenti di comunicazione e di interazione con il pubblico.
Il sistema “degli editori” secondo me è un po’ vecchio , o meglio, non ancora aggiornato rispetto alle nuove dinamiche dei “tempi moderni” perché, no, scegliere dal “minestrone” dei social i progetti che “tirano” di più, confezionarli e rivenderli, non è un lavoro da editore.
C’è bisogno, anche, di produrre storie che non scaturiscano solo dall’efficacia di condivisione su Facebook e libri che superino il concetto di “strip quotidiana” da “millemila” like. Non perché questo genere di prodotti non possano funzionare o non debbano esistere, anzi, ma per completare l’offerta del mercato, perché è nella produzione di storie originali che si crea un retaggio solido e uno scheletro di un mercato forte: d’accordo seguire le preferenze del pubblico, ma anche guidarlo a scoprire qualcosa che ancora non conosce.
E poi, se esiste un’alternativa al “solito modo di fare”, amo poterla provare, amo avviare il meccanismo che possa farla funzionare, amo le cose nuove.
Attenzione, non è “aggressività” la mia, nei confronti di un mercato che stenta a riavviarsi, sono stato accusato di offendere il lavoro degli editori, con queste mie iniziative e questi miei annunci. Non è aggressività né guerra, è possibilità.
Come sono i passaggi creativi e realizzativi tra te, Linda e Coffee Tree Studio?
Una squadra funziona quando c’è comunicazione. Lo dice sempre anche Chef Ramsay nelle puntate di Hell’s Kitchen: bisogna comunicare! Brainstorming a palla!
Devo confessare che avrei preferito incontrare i ragazzi del Coffe Tree un po’ di tempo prima, siamo partiti subito in quarta per evidenti limiti tempistici derivanti dall’approssimarsi dell’estate, avrei preferito ponderare un po’ di più certi meccanismi per impararli meglio e usarli nell’accezione della mia personalità comunicativa.
In più avrei preferito essere più avanti con il lavoro su Lumina, è difficile in Italia vendere un “idea” di progetto, la gente ha bisogno di vedere il prodotto e toccarlo con mano, bisogna fare il doppio del lavoro per creare un rapporto di fiducia su di un libro che ancora non esiste, e i passaggi creativi e realizzativi per arrivare a questo obiettivo rappresentano tutte le scelte legate al coordinamento sulla promozione. Scandire un ritmo pubblicitario, schematizzare le diverse tipologie di pubblicazione sui social, in modo da creare una “routine” nella quale il lettore viene coccolato con immagini appartenenti a insiemi stilistici precisi: è un discorso di chiarezza e onestà.
Perché proprio Indiegogo e non un’altra piattaforma?
Indiegogo ci sembrava la piattaforma più conosciuta e importante su suolo europeo.
Sopra Indiegogo, per noi, c’era Kickstarter ovviamente, ma sarebbe stato difficile gestirne l’“economia” a distanza essendo una piattaforma statunitense.
Indiegogo faceva perfettamente al caso nostro soprattutto in termini burocratici-contabili: ricordiamoci che una campagna di crowdfunding funziona sul perfetto coordinamento di spese, tasse, pagamenti con carte di credito, restituzioni di denaro e soprattutto, ancora, tasse, tasse e tasse, era quindi meglio averne il controllo sul nostro territorio piuttosto che dover creare un rapporto bancario con un paese extra-europeo.
Quali requisiti deve avere un progetto per essere adatto al crowdfunding e quali strumenti di marketing deve mettere in atto? E quali requisiti e competenze devono sviluppare gli artisti?
Credo che i due requisiti fondamentali per un progetto, un marketing e un artista coinvolti in una campagna di crowdfunding, siano l’onestà e la qualità.
Bisogna creare un rapporto di fiducia, come ho già detto, e bisogna realizzarlo offrendo un prodotto che possa fare la differenza. L’impegno è quello, quindi, di dare il massimo nel proprio lavoro e far trasparire in esso l’amore e la passione per ciò che si fa. Se si è onesti con se stessi e si pretende di tirar fuori il meglio della propria personalità (artistica, in questo caso), la comunicazione con il pubblico non potrà che essere delle migliori, perché non ci sono insicurezze, non ci sono dubbi o tentennamenti: io conosco il mio lavoro, conosco come farlo secondo le regole e conosco il modo di stravolgere tali regole al fine di arrivare, al 100%, ad un risultato nuovo e interessante. Conclusa questa ricerca personale decido di presentarla al pubblico e la offro annunciandola come un’idea che può rivoluzionare le cose, non ho dubbi in proposito, il lavoro parla per me e i detrattori non possono che crogiolarsi nella loro invidia.
Che poi tutto questo, in termini di crowdfunding, funzioni o meno è relativo, la vittoria c’è già stata nell’atto stesso di raccontare il proprio lavoro e creare un legame con chi ti segue.
Ed è appunto la comunicazione la competenza che l’artista deve sviluppare, tanto bravo a raccontare su carta deve esserlo ugualmente a raccontarsi nella vita vera, davanti le persone e ancora una volta si ritorna al discorso dell’onestà: sei in grado di guardare negli occhi le persone e raccontare loro l’amore che provi per il tuo lavoro?
Al di là dell’evidente connubio creativo e del lavoro condiviso dal punto di vista creativo come vi siete divisi il lavoro in relazione alla gestione del crowdfunding?
Il crowdfunding è uno strumento del web, che funziona bene nel web. Nel web esistono i social, i forum, i blogs e cosi via. Ognuno di noi sa usare delle peculiarità di ciascuno di questi strumenti e l’efficacia migliore si raggiunge quando ognuno, effettivamente, usa il mezzo a lui più affine.
Sbagli una parola o un atteggiamento e la comunicazione è finita, quindi devi conoscere i tuoi strumenti alla perfezione senza invadere quelli degli altri, e anche qui si ritorna al discorso dell’onestà: io, in Facebook, sono io, ciò che ne esce è la mia personalità, quindi la mia pagina personale non può essere gestita da una terza persona. Le risorse del web sono intime, ognuno deve saper gestire la propria intimità.
Nelle campagne di crowdfunding è fondamentale l’aspetto social, sia online che offline: come l’avete pianificato, su quali canali viaggia e sta funzionando?
È importante creare degli eventi “fissi”, una routine solida che garantisce al lettore l’aggiornamento costante sul progetto.
Si fa un calendario, puro e semplice, rispetto alle pubblicazioni, e per ogni immagine o news pianificata si presuppone la trasmissione della stessa attraverso tutti i social e i forum e i blog “affiliati”.
Tutto deve essere visibile a tutti, utilizzando una modalità che io chiamo “berserk” nella quale non si deve aver paura di comunicare o disturbare. In fin dei conti non si fa male a nessuno, si presenta un lavoro in cui si crede e che sappiamo potrà essere amato da un sacco di persone che ancora non lo conoscono, ma sono li in attesa di scoprirlo.
Linda, nel crowdfunding c’è la possibilità di acquistare un tuo sketchbook originale: non ti dispiace separartene? 😉
In realtà sì, sarà un po’ triste separarmene!!! Uno sketchbook ti accompagna per mesi, sempre a portata di mano per poterci “registrare” tutto ciò che vedi o che ti salta in testa, la sera alla tv ma anche in fila alle Poste, al ristorante, ovunque. è proprio come un diario, dove pagina dopo pagina puoi trovare uno stato d’animo, l’istantanea del luogo dove l’hai vissuto, uno sguardo catturato a chi era con te, la nascita di un’idea, la culla dei pensieri nella fantasia di una decorazione. In ogni disegno ci sono veri e propri frammenti della tua vita.
Però è anche vero che quella di saperlo nelle mani di qualcuno che saprà apprezzare il suo valore, è un’idea che non solo mi fa piacere, ma che proprio mi lusinga moltissimo. Non ricordo dove ma so di aver letto che anche il più segreto tra i diari è scritto con il desiderio inconscio che un giorno qualcuno possa leggerlo!
Che ne pensi del crowdfunding come possibilità per voi come professionisti? Che esperienza state vivendo? Ha avuto delle fasi? Il momento più difficile?
Sicuramente il momento più difficile, personalmente, è stato l’inizio. Proprio concettualmente. io vorrei essere una perfezionista per cui non mi sentivo “pronta”, ma ovviamente non era una sensazione reale, non lo sarei mai stata, il mio era solo timore di mettermi alla prova.
Anche per questo sono stati essenziali i ragazzi del team Coffe Tree Studio, che ci affiancano occupandosi del marketing. Sono loro che con il loro approccio molto imprenditoriale e mirato all’efficacia del risultato ci hanno spinti a lanciarci senza esitare oltre. Poi una volta in ballo uno non può che ballare.
E devo dire che è un’esperienza che sotto molti aspetti mi ha – piacevolmente – stupita. Da illustratrice per l’infanzia che lavora per grandi case editrici, ad esempio, non ero assolutamente abituata al rapporto diretto con il pubblico. Il calore e l’entusiasmo con cui moltissimi supportano il nostro progetto è una sorpresa straordinaria. mi sono trovata commossa in molte occasioni e giuro che questo è incredibilmente raro per me. Direi che personalmente la condivisione di una tua idea e del suo sviluppo direttamente con il pubblico a cui è indirizzata è l’elemento più prezioso che un crowdfunding può offrire ad un professionista. Oltre ovviamente alla possibilità di curare e “coccolare” il tuo progetto personalmente dall’inizio alla fine. è una sfida rischiosa, ma che ti garantisce un legame con la tua creazione molto più forte, mantiene l’idea nella sua completa purezza, per poterla consegnare senza nessun filtro in mano a coloro che insieme a te hanno contribuito alla sua creazione.
Finanziando, si può diventare un personaggio di Lumina: come bilanciate la necessità commerciale con la necessità creativa? Come funziona esattamente questa possibilità?
Lumina prima di essere un fumetto è un universo. Ci sono talmente tante storie che si incrociano in quella principale, talmente tanti personaggi che si muovono in questo mondo, che trovare un posto per tre (che se lo meritano pure, perché avranno dimostrato di essere superappassionati, assicurandosi il perk “first person”) non sarà certamente un problema, anzi, potrebbe essere addirittura uno stimolo creativo!
Chi dovete ringraziare?
Dobbiamo ringraziare una marea di persone! Tutti quelli che ci stanno aiutando con la promozione, e sono tantissimi vecchi amici ma anche nuove conoscenze, più tutti quelli che si sono lasciati coinvolgere a tal punto da dedicarci fanart, cosplay, video o addirittura piccole sculture ispirate a Lumina. Persone che nn avrei mai immaginato si sono rivelate preziosi alleati. con Manu ce lo diciamo spesso, che vada come vada il crowdfundig, in soddisfazione abbiamo già vinto.
Al di là dell’evidente connubio creativo e del lavoro condiviso dal punto di vista creativo come vi siete divisi il lavoro in relazione alla gestione del crowdfunding?
Fortunatamente come accennavo prima la campagna è stata organizzata con e dal Coffe Tree Studio. Noi avevamo le nostre teorie sui social e il marketing ecc, ma erano del tutto infondate e sopratutto noi stessi non ci credevamo!!! La loro direzione è stata fondamentale. Il CTS si è più volte dovuto imporre per far sì che noi non “sconfinassimo” in compiti direttamente legati al marketing, “voi dovete solo disegnare” ci hanno ripetuto fino alla sfinimento. Però anche soltanto disegnando, gestendo i nostri profili privati dei vari social e ovviamente pensando continuamente al progetto, a nuove iniziative per farci conoscere, rispondendo ai messaggi di chi vuole interagire con noi, ci ritroviamo adesso a metà campagna davvero esausti!
Nelle campagne di crowdfunding è fondamentale l’aspetto social, sia online che offline: come l’avete pianificato, su quali canali viaggia e sta funzionando?
Certamente l’aspetto online è per definizione più vicino al concetto di crowdfunding. alla fine, l’acquisto è online, con tutta probabilità il 99% dei potenziali acquirenti di Lumina sarà composto da persone che hanno confidenza con la rete e che ci passano molto tempo. Perciò abbiamo cercato di organizzarci per coprire al massimo i social partendo dal pubblico degli addetti ai lavori, composto da colleghi e amici per poi tentare di allungarci verso fette di pubblico il più varie possibile, anche straniere.
Vero è anche che le percentuali di persone che non usano internet sono comunque alte, perciò ha senso anche curare l’aspetto offline. Per riuscire ad “arrivare a tutti” abbiamo contattato le scuole e fumetterie, e abbiamo cercato di essere presenti in fiere e manifestazioni. Di sicuro niente ha più valore del contatto diretto, anche se è molto più faticoso e complicato di un semplice “share”.
Davide, che ruolo avete avuto come Coffee Tree Studio nello sviluppo del progetto Lumina?
Il nostro gruppo si è occupato della progettazione e realizzazione della strategia di marketing, della definizione e della gestione della campagna crowdfunding e supporterà Emanuele e Linda durante la realizzazione e la produzione del volume.
In poche parole facciamo tutto quello che non è il “disegno” del fumetto.
Come avete segmentato l’offerta di crowdfunding e per quali ragioni?
L’offerta rispecchia la struttura classica del crowdfunding.
Abbiamo creato due offerte standard, ossia il volume in formato digitale e cartaceo, e organizzato tutte le altre offerte per essere degli “upgrade” della versione base, aggiungendo gadget o materiale esclusivo.
Un po’ di confusione si crea sempre quando si propone un catalogo, ma credo che questa varietà d’offerta sia utile per andare incontro alle disponibilità economiche dei lettori. Lumina vuole essere un prodotto per tutti.
È la prima volta che Coffee Tree Studio realizza una campagna di crowdfunding? Vi siete ispirati ad altre campagne?
Il Coffee Tree Studio nasce in modo informale nell’ottobre del 2013 e questa è la nostra prima campagna crowdfunding.
Abbiamo studiato attentamente il marketing dietro questo tipo di campagne e abbiamo anche preso spunto da diversi lavori. Tra questi: The order of the stick o Brigada.
Naturalmente non siamo ancora sufficientemente esperti per riuscire a raggiungere quei numeri, specialmente in Italia, ma stiamo lavorando tanto e sodo per raggiungere quei livelli.
Crowdfunding per il fumetto ma anche una sua crossmedialità: di cosa bisogna tenere conto in particolare?
Per raccontare di Lumina alle persone abbiamo usato diversi mezzi di comunicazione: social network, radio, video, testi.
Tra tutti però, quello che reputo più importante è l’interazione diretta, ossia parlare con le persone, ascoltarle, scambiarsi idee.
Secondo me, più che della crossmedialità o delle innovazioni tecnologiche, nel crowdfunding per il fumetto bisogna tenere conto delle persone, dell’interazione diretta tra l’autore e il lettore.
Quali piattaforme e con quali obiettivi specifici avete attivato? Ci potete spiegare per ognuna in che modo e perché?
Abbiamo realizzato la nostra campagna su una piattaforma internazionale, Indiegogo. Inizialmente volevamo andare su Kickstarter, ma volevamo avere maggiore controllo della parte finanziaria e evitare complicazioni fiscali.
A fianco a questa abbiamo creato tre landing page e diverse pagine sui principali social network: questo per interagire con i lettori.
Oltre a questo abbiamo contattato autori famosi, Youtubers, fumetterie, scuole di comics e tutte le testate giornalistiche (blog e riviste) che parlano di fumetto per poter raggiungere più persone possibile.
Tutta la campagna è stata realizzata in tre lingue: italiano, inglese e francese, per raggiungere anche il pubblico internazionale, quindi moltiplicate per tre quanto detto in precedenza.
Quali sfide, ostacoli ed opportunità vi siete trovati ad affrontare con questo nuovo modo di fare mercato?
La grande sfida è stata raggiungere le persone. Al giorno d’oggi siamo così bombardati da miriadi di informazioni che facciamo fatica a capire cosa è interessante e cosa non lo è.
L’ostacolo è stato emergere in questa folla urlante e far conoscere Lumina ai lettori (speriamo di essere sulla strada giusta).
Le opportunità sono tantissime. Io ogni giorno vedo persone che interagiscono con noi, che sono entusiaste di poter partecipare attivamente a un progetto come Lumina e che vogliono cambiare il mondo del fumetto.
Persone che vogliono leggere fumetti sempre più belli e coinvolgenti.
Il crowdfunding secondo me è un buon modo per dare il via a progetti di questo tipo e spero presto di vederne tanti altri.
Come funziona a livello internazionale il progetto? Viene recepito? Il Santo Graal del web è il mercato globale dei finanziatori diffusi… come avete approcciato questo tema?
A livello internazionale abbiamo avuto alcuni riscontri. Abbiamo lettori in Francia e negli USA (qualcuno ha comprato pure dall’Australia e dalle Filippine).
Per raggiungere tutti, come dicevo in precedenza, abbiamo impostato la campagna in tre lingue e abbiamo coinvolto autori stranieri.
Purtroppo ancora non abbiamo raggiunto i risultati aspettati, ma ci stiamo lavorando continuamente.
Durante la promozione, quali strategie di rilancio avete adottato o adotterete?
Lumina ha il vantaggio di essere giù di per sé un grande fumetto.
Le strategie di rilancio si basano principalmente sul presentare il lavoro di Emanuele e Linda in modo graduale e sorprendere i lettori.
Per favorire tutto questo abbiamo creato una serie di eventi e di contenuti. Per esempio il simpaticissimo “What’s a Fruff” o la serata A night with Lumina.
Quelle future sono un segreto, ma se seguirete la campagna lo vedrete.
Un consiglio per chi vuole intraprendere un progetto di crowdfunding?
Armatevi di tanta pazienza e organizzate nel miglior modo possibile la comunicazione e la campagna. Sarà dura! Più di quello che pensate!
Quali requisiti deve avere un progetto per essere adatto al crowdfunding e quali strumenti di marketing deve mettere in atto? E quali requisiti e competenze devono sviluppare i progettisti?
Il progetto prima di tutto deve essere valido e interessante.
Prima di effettuare una campagna valutate la qualità di quello che proponete con le persone che vi circondano, loro comprerebbero la vostra “idea”?
Parlatene con i vostri amici e i vostri parenti, questo il primo passo per effettuare marketing.
Analizzate se il mercato ha veramente bisogno del vostro prodotto. Valutatene il prezzo e confrontatevi con la concorrenza.
Dopo tutti questi passaggi, se siete ancora vivi e la vostra idea è ancora in piedi, iniziate a preparare un budget con tutte le spese che dovrete sostenere, parlate con un commercialista per la parte fiscale e iniziate a progettare la vostra campagna preparando un marketing plan.
Nella vostra strategia includete tutto, anche un possibile piano di riserva nel caso il crowdfunding vada male.
Inoltre organizzate anche il post campagna, la gestione degli ordini, la produzione e la spedizione.
Insomma non lasciate niente al caso e prima di iniziare quest’avventura ricordatevi: non sarà per niente facile e dovrete faticare molto.
Il principale requisito che bisogna sviluppare è la motivazione! Mai darsi per vinti e organizzare la propria attività nel miglior modo possibile.
Come funziona dal punto di vista fiscale?
Per questo ci siamo affidati a un commercialista. Il nostro conto corrente è in Italia e l’attività avviene in Italia, quindi pagheremo l’IVA e tutte le tasse italiane.
Il tema del crowdfunding legato all’editoria (a fumetti e non solo) è sicuramente complesso e, come tutti i fenomeni legati alla diffusione digitale, di difficile lettura. Incrociamo le dita per Lumina e per gli altri progetti (di cui vi parleremo in prossimi post) che si stanno muovendo come pionieri in questo terreno impervio.