“Non lo sa ancora, sta cercando di mangiare tutti gli URL in ordine alfabetico, e finora è arrivato a babylon.com, ma si è arenato perchè gli rimangono difficili da digerire dei termini spagnoli, appena arriva a Comicom vi faccio sapere. “
Ad oggi, bisogna arrivare alla sessantunesima pagina di Google con A Panda piace per cominciare a trovare risultati non corrispondenti.
La diffusione del character di Giacomo Bevilacqua ha avuto un’esplosione non paragonabile ad alcun fenomeno simile in Italia.
Ha messo d’accordo in modo assolutamente trasversale settori della comunicazione che solitamente sono almeno in parte in contrasto: dai social network ai media tradizionali, dai giochi per IPhone e IPad, ai blog, al merchandising su Pandashop.
A Panda piace avere rubriche fisse su Wired, Gazzenda (l’agenda della Gazzetta dello Sport), pubblicazioni editoriali cartacee con un tutto esaurito (Edizioni BD), recensioni a raffica, da La Stampa, a La Repubblica, a Il Sole 24 Ore, un ident dal periodo natalizio 2010 fino a metà gennaio 2011 su La7 che molti ricorderanno, una serie di quaderni Pigna.
httpv://www.youtube.com/watch?v=lQO7vxzRVzs&feature=channel
Per non parlare dei social network e delle decine di blog che ne riprendono le gesta; uno è composto esclusivamente di tributi (http://www.pandatributes.blogspot.com/), anche realizzati da autori di calibro, da Vanna Vinci ad Ausonia.
E non solo da autori: chiunque è invitato a disegnare la propria versione del Panda, anche una certa Alice Bevilacqua, evidentemente parente e con pochi anni. (“Si, è mia cugina, chiaramente raccomandata.”)
Nato pochi anni fa con destinazione internet, dalle strisce inviate via mail agli amici il passo è stato breve per creare un blog, che ha avuto un boom di contatti immediato.
Da lì la strada si è spianata, allargandosi agli altri media.
Abbiamo fatto alcune domande all’autore proprio per capire meglio come ha funzionato questo mash-up virale.
Nel 2005 uno studente inglese, per pagarsi gli studi, ha creato il sito The Million Dollar Homepage, dove ha messo in vendita un milione di pixel a un dollaro l’uno. Questo è un caso di internet meme (ovvero un fenomeno di internet a rapidissima diffusione, spesso con contenuti umoristici o surreali). Anche per A Panda piace si può parlare negli stessi termini. Quali sono secondo te gli elementi che ne hanno fatto un beneamato della rete?
Secondo me il discorso è che se nasci in Francia parlerai francese, se nasci in Italia, italiano.
Panda è figlio della tecnologia, nato da Photoshop e da una wacom, cresciuto nella rete e sviluppatosi sui social, e come hai detto tu stessa, il punto di forza della rete sta nell’immediatezza.
Panda, di base, parla lo stesso linguaggio, le sue azioni e le sue battute, sono immediate e facilmente recepibili.
Quali caratteristiche secondo te ne fanno un personaggio declinabile per media così diversi? Quali sono state le difficoltà maggiori di adattamento?
Riprendiamo il discorso di prima, non è detto che un italiano nel corso della sua vita non possa imparare lingue diverse.
Panda è nato nella multimedialità, e parla una lingua universale, in più impara in fretta, credo riesca quindi ad adattarsi e a trovarsi a suo agio in qualsiasi situazione.
Certo, difficoltà di adattamento ci sono sempre all’inizio, ma superato un piccolo scoglio iniziale poi le cose vanno avanti da sole.
Panda è un’estensione della mia persona, l’ho sempre detto e lo ribadisco, io e lui siamo molto simili.
Credo di essere una persona estroversa e comunque sempre aperta alle novità, e Panda, di sicuro, non è da meno.
C’è un mezzo che ritieni più adatto a Panda?
La rete è stata e sarà sempre la mia scelta principale.
Panda è nato lì e ci sguazza, è il suo habitat naturale. Ben vengano libri, videogiochi, magliette, quaderni e quant’altro, ma ogni lunedì si avrà una nuova pubblicazione su http://pandalikes.blogspot.com/ e ogni venerdì una nuova rubrica sul sito wired.it (che non a caso è uno dei siti leader del settore tecnologico).
Prevedi altri canali di diffusione?
Il mio desiderio è, ovviamente, che più persone possibili conoscano le avventure di Panda. Ogni canale di diffusione è più che ben accetto.
A mio avviso, in un mondo che si regge sulla continua nascita del nuovo e sulla rapidità di circolazione dell’ informazione, chi ha la mentalità chiusa è perduto e chi si fossilizza rimane indietro.