Come abbiamo annunciato in questo post, arriva al Museo della Figurina di Modena la mostra ’80-’90, che promette un’immersione tout court nella memoria televisiva, fumettistica e culturale. L’inaugurazione è venerdì 14 marzo alle ore 17.
Abbiamo fatto alcune domande alle curatrici Thelma Gramolelli e Francesca Fontana, mentre i nostri ricordi indugiavano nostalgicamente sui brillantini dei Mini Pony e sullo stile inconfondibile di un Baggio adesivo…
Come è nata l’idea dell’esposizione della figurina anni ’80-’90?
T.G.: Ci eravamo accorti che gli spettatori, una volta entrati nel museo, pensavano di trovare solo le classiche figurine Panini Calciatori. Inizialmente provavano sorpresa nell’accorgersi che la figurina non è solo ed esclusivamente quella Panini; in seconda battuta però cercavano istintivamente le figurine della loro infanzia, come sentissero il bisogno di riattivare pezzi di memoria ormai dimenticati.
E così abbiamo deciso di parlare della figurina moderna separandola da tutto ciò che c’era prima, dandole un suo spazio ben definito e dividendo la nuova parte della mostra in due grandi blocchi, gli anni ’80 e gli anni ’90.
Abbiamo capito che c’era bisogno di dare una netta predominanza ai cartoni animati, specialmente, per quanto riguarda il primo decennio preso in esame, agli anime giapponesi , senza però dimenticare sport, musica, film (molti dei quali sono poi diventati cards, basti pensare a Gremlins, Ritorno al Futuro, Dune, Flashdance). Resistono anche i cosiddetti “album didattici”, delle vere e proprie enciclopedie in formato portatile che appartengono ad un pubblico di nicchia, ma che sono in grado di affrontare anche temi nuovi e socialmente rilevanti, come quello della droga o delle armi.
F. F.: Dagli anni ’80 in poi la figurina entra in contatto con nuove forme di comunicazione. Per questo abbiamo voluto accompagnare il percorso con dei video che richiamano la realtà che vogliamo raccontare, pubblicità significative, cartoni animati e tutto ciò che ha condizionato il pubblico della figurina e, più in generale, la società di quegli anni.
Dagli anni ’80 passiamo agli anni ’90…
F. F.: E qui, all’ormai consolidato anime giapponese, si affianca il cartone animato di produzione americana che, con l’arrivo de La Sirenetta e Il Re Leone, consacra quel periodo che verrà poi ribattezzato “Rinascimento Disney”.
Gli album che riguardano la didattica vanno scemando sempre più, mentre cresce notevolmente il filone che riguarda sport, musica, spettacolo e film (associati anche alla dilagante moda del prequel). Gli album non raccolgono più collezioni di diversi artisti come era negli anni ’80, ma diventano più specifici.
La mostra passa anche per le Card, a partire da Magic per arrivare al Trono di Spade, passando per Yughi-oh, tutti giochi di carte collezionabili che mantengono un valore funzionale di gioco. Consideriamo le card come uno sviluppo della figurina moderna a causa della sua importanza iconografica e della presenza dell’ elemento “bustina”. La sezione è a cura di Andrea Ligabue.
Come si contestualizza la mostra?
T. G.: Abbiamo anche ottenuto una collaborazione con Roberto Farnè, che ha scritto per noi un breve editoriale di introduzione alla mostra e che realizzerà un testo più corposo all’interno del catalogo generale del museo in pubblicazione a settembre.
A lui abbiamo chiesto se ci sono possibilità educative all’interno delle figurine e delle cards, specialmente quando sono legate a cartoni animati e a diversi media: ci ha spiegato come il bambino, nel momento in cui è padrone di differenti forme mediali (cartone animato, giocattolo, figurina) è in grado di smontare e rimontare la storia a suo piacimento, sia per crearsi una sorta di personalissimo storyboard, sia per plasmare nuove possibili trame.
L’intera mostra in realtà è una continuazione del percorso museale. Infatti eravamo partiti da ciò che era figurina nel ‘400 facendo un excursus fino alla figurina moderna degli anni ’70, ed oggi, con questa mostra, chiudiamo il cerchio.
Quest’anno parteciperemo anche a Play and The City, appuntamenti ludici dislocati nei diversi istituti cittadini in attesa di Play. Festival del gioco, che si terrà sabato 5 e domenica 6 aprile a Modena Fiere.