“…il problema del fumetto mi ha sempre non voglio dire entusiasmato, ma sconcertato, perché credo che non ci sia altra forma di comunicazione visiva-verbale che sia così complessa e così mal conosciuta o maltrattata.
Che cosa è il fumetto? E una forma d’arte? È solo una forma di comunicazione? È una forma di cattivo gusto? Si può confrontare con la pittura? Esisterebbe senza la nuvoletta e le parole? Esisterebbe senza le immagini riconoscibili?
In realtà, credo che nessuno dei fumettologi potrebbe dare una risposta esatta a questo problema perché, in fondo, abbiamo dei fumetti che vivono solo per le parole e dove le immagini quasi non si riconoscono; abbiamo dei fumetti dove l’immagine è tutto e dove la parola è unicamente un racconto “mercenario”; abbiamo dei fumetti elitari dove sono implicate delle personalità di estrema raffinatezza e cultura; abbiamo dei fotoromanzi a fumetti che, quasi sempre, sono di una volgarità totale ed estrema…
Basterebbero queste poche osservazioni per dire che dobbiamo occuparci del fumetto da un punto di vista non solo estetico, ma anche antropologico. In fondo il fumetto è una delle poche forme visivo-verbali dei nostri tempi che continua a raccontare qualcosa.”
Gillo Dorfles, “Il fumetto tra disegno e racconto” in Poema a fumetti di Dino Buzzati nella cultura degli anni ’60 tra fumetto, fotografia e arti visive, Atti del Convegno internazionale a Feltre – Belluno (a cura di Nella Giannetto), 12-14 settembre 2002.