Breve storia del fumetto – Il fumetto francese negli anni Sessanta 7°parte
Gli anni Sessanta segnano un momento di svolta anche per il fumetto francese: mentre negli Stati Uniti nasce il movimento undergrond ed in Italia cresce il dibattito grazie a Linus, in Francia scoppia la rivoluzione di Pilote. È l’ottobre del 1959, quando Uderzo, Charlier e Goscinny fondano questo settimanale di formato molto grande, che conquista molto presto i lettori.
Il primo numero esce in trecentomila copie subito vendute, e contiene già Asterix le Gaulois, di Uderzo e Goscinny, mentre la parte redazionale affronta temi di attualità cari al pubblico giovanile (1). Le avventure degli eroi galli sono una miscela particolarissima di ambientazione storica, qualità grafica, comicità anacronistica e feroce parodia.
Asterix diventa presto un vero e proprio fenomeno culturale. “Goscinny è un po’, per il fumetto francese, quello che Kurtzman è stato per quello americano: un genio umoristico, un instancabile creatore di occasioni editoriali, uno sceneggiatore indimenticabile.”(2) I due infatti hanno lavorato insieme e il tipo di umorismo di Asterix è chiaramente debitore nei confronti di Mad, ma si rivolge a un pubblico più colto ed esigente. Pilote si afferma come la principale rivista francese del settore, e funzionerà da contenitore principale delle nuove generazioni di autori, di questi i più creativi andranno a fondare altre riviste negli anni Settanta.
La prima tappa verso una nuova generazione di riviste sarà l’uscita nel 1968 di Pilote, le journal qui s’amuse a réfléchir. L’attività di queste riviste avrà come effetto l’attività di ricerca e l’iniziativa editoriale da parte di un gruppo di intellettuali e di editori che, nel corso degli anni Sessanta, in collaborazione con studiosi italiani, contribuirà a dare al fumetto la dignità linguistica e artistica che fino ad allora non gli era stata riconosciuta.
Nel 1961, a Parigi, viene formato il Club des Bandes Dessinées, da intellettuali legati ad ambiti culturali diversi, tra i quali Alain Resnais, regista della Nouvelle Vague. Il Club, divenuto dopo pochi mesi Cercle d’Études de Littératures d’Expression Graphique, pubblica i primi studi organici sulla storia del fumetto, si tratta del primo esempio di analisi critica e stilistica.
Nel 1964 Claude Moliterni, insieme a un gruppo di studiosi che si stacca dal Cercle fonda la Société civile d’étude et de recherche des littératures dessinées che, oltre a pubblicare Phénix, rivista di studi critici sul fumetto, promuove, nel 1967, una grande esposizione al Musée des Art Décoratifs del Louvre dal titolo Bande Dessinée et Figuration Narrative, che rappresenta il culmine di questa prima fase di sviluppo esponenziale del mondo del fumetto in Francia (3).
Esiste in questi anni anche una produzione qualitativamente importante di fumetti indipendenti e diretta ad un pubblico adulto. Tra fantascienza, provocazione erotica e vivaci riferimenti culturali, il rinnovamento francese comincia da Barbarella, creato nel 1962 da Jean-Claude Forest, e apparso per la prima volta sulla rivista d’avanguardia V Magazine. Il suo merito principale non è tanto quello di sdoganare l’erotismo nel fumetto, dopo le repressioni degli anni Cinquanta, “quello che colpisce e trascina, in Barbarella, è piuttosto il respiro favoloso che Forest riesce a conferire alla propria particolarissima fantascienza, nella quale l’eros si inserisce come semplice elemento di un disegno complessivo fascinoso.”(4)
Il protagonista femminile è un denominatore comune per le novità di questo periodo, Scarlett Dream ad esempio, disegnato da Robert Gigi, su testi del critico Moliterni, apparso anch’esso su V Magazine dal 1965, ha come protagonista una giovane e seducente donna detective.
Femminili sono anche le protagoniste delle saghe erotico-fantastiche di Georges Pichard, che invadono il mercato francese dal 1967 in poi. Sul mensile Hara-Kiri, appaiono Jodelle (1966) e Pravda (1967), due fumetti psichedelici di Guy Peellaert che esprimono la cultura giovanile del mondo rock e hippy, dalla grafica innovativa.
Ancora del 1967 è Saga de Xam, fumetto sperimentale creato da Nicholas Devil, l’opera più innovativa sul piano figurativo e narrativo. Accanto alle novità, si configura in Francia una solida industria commerciale mainstream, capace di rivolgersi a un pubblico variegato.
Il panorama è ancora dominato dalle quattro grandi riviste settimanali per giovani: Spirou, Tintin, Vaillant e Pilote. Quando esplode il movimento del ‘68 il fumetto più colto, fino a quel momento maturato in settori marginali, sfonderà arrivando a un pubblico vasto.
(di Marco De Giorgio)
(1) Claude Moliterni, Philippe Mellot, Michel Denni, Il fumetto cent’anni d’avventura, op. cit. pp. 86-87
(2) Daniele Barbieri, Breve storia della letteratura a fumetti, op. cit. p. 96
(3) Franco Restaino, Storia del fumetto – da Yellow Kid ai manga, op. cit. pp. 253-254
(4) Daniele Barbieri, Breve storia della letteratura a fumetti, op. cit. p. 106