La Nouvelle Vague del fumetto

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Breve storia del fumetto – Il fumetto francese dagli anni Settanta ad oggi 8° parte

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Dopo il ‘68, c’è in Francia quella che possiamo definire una pausa d’attesa per i nuovi giovani autori, durante la quale si guarda all’Italia, alle riviste come Linus, ad autori come Crepax, la sua Valentina è stilisticamente a un livello superiore rispetto alla produzione francese, e Pratt, che in Italia non aveva ancora suscitato grande interesse e acquista qui grande fama.

Quando i tempi sono maturi, comincia la seconda fase del rinnovamento francese, tre autori della nuova generazione, Gotlib, Mandryka e Bretécher abbandonano Pilote, in cerca di una libertà assoluta nel dare sfogo alla satira e alla provocazione, e fondano la rivista trimestrale L’Echo des savanes (1972).

La rivista ospiterà anche l’underground statunitense, Crumb, e i principali autori italiani, da Buzzelli a Manara, da Magnus a Liberatore. Ma la vera rivoluzione arriva nel 1974, quando Moebius (Jean Giraud), Druillet, Dionnet e Farkas pubblicano la rivista Metal Hurlant.

La fantascienza è il filone privilegiato della nuova rivista, una fantascienza catastrofica e spettacolare. Moebius è il più dotato del gruppo, già nel 1963 disegna su Pilote Blueberry, scritto da Charlier, dimostrando notevoli capacità grafiche. Su Metal Hurlant esordisce nel 1973 con i quattro episodi di Arzach.

La sua è una sperimentazione estrema, in qualche modo vicina alla nouvelle vague, “Arzach inaugura lo stile oscuro di Moebius, fatto di storie la cui trama è appena accennata, che affascina per l’ambientazione e lo svolgersi degli eventi.”(1) Le garage hermétique, pubblicato a partire dal 1979, è l’opera più significativa di questa fase avanguardistica.

Accanto a questa produzione sperimentale, rimane comunque un tipo di fumetto più classico e narrativo. È il caso della rivista mensile À suivre (1978) ad esempio, che pubblica tra l’altro La ballata del mare salato di Pratt, e il cui primo numero è inaugurato da Ici Même, una delle più apprezzate storie disegnate da Jacques Tardi, su testi di Forest.

Tardi è l’altro grande autore di questi anni, inizia a pubblicare su Pilote a fine anni Sessanta dove collabora nei primi anni Moebius. I due hanno però due stili completamente diversi: il linguaggio di Tardi è un realismo crudo, il suo segno è chiaro nella tradizione di Hergé, ma più espressionista, un sarcasmo amaro contraddistingue le sue storie. (2)

Un esempio di questa sua vocazione in Cétait la guerre des tranchées, del 1982, considerato come il suo capolavoro, un resoconto quasi cinico della vita dei soldati durante la prima guerra mondiale.

Dalla metà degli anni Ottanta, comincia il declino dei fumetti di sperimentazione radicale, in Francia il settore si stabilizza sul genere narrativo con una produzione abbondante.

Il fiorire di studi critici fanno di Parigi ed Angoulême centro d’interesse mondiale per il fumetto. Nella capitale nasce il gruppo L’association (1990), che pubblicherà, con modalità diverse, gli autori francesi più innovativi e anche statunitensi nel solco della tradizione underground. L’istituzione principale e maggiormente riconosciuta all’estero, è il Museo di Angoulême, nato dai Festival inaugurati nella città a partire dal 1972, esperienza che ha portato a consolidare le attività di studio e ricerca con la fondazione di un vero e proprio Museo del fumetto. (3)

(di Marco De Giorgio)

(1) Ivi, p. 117

(2) Ivi, pp. 117-118

(3) Franco Restaino, Storia del fumetto – da Yellow Kid ai manga, op. cit. pp. 265-268

 

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