Nell’ultimo post dedicato al libro di Kevin Cheng, See What I Mean, abbiamo scoperto che la lunghezza del fumetto è un’importante variabile da tenere in considerazione quando andiamo a costruirne uno. Adesso l’autore ci dimostrerà che un altro aspetto che bisogna saper riconoscere, per portare avanti un buon lavoro, sono le caratteristiche del pubblico. Buona lettura.
Il tuo target
Il fumetto creato per Google, e quello realizzato per la marina militare americana, hanno in comune qualcos’altro oltre la lunghezza. Entrambi i lavori dimostrano una chiara comprensione del pubblico di riferimento e un’abilità nel costruire storie indirizzate specificatamente a esso. Nel caso di Google Chrome, il fumetto era orientato a un pubblico abbastanza specializzato da interessarsi alla struttura e alle performance del browser. Tenendo bene in mente questo aspetto, Google è riuscita a creare storie sull’elaborazione Javascript e sulla memorizzazione nella cache del browser.
La comprensione del pubblico di riferimento – i giapponesi residenti a Yokosuka -, da parte della marina militare degli Stati Uniti, ha determinato la forma che si è deciso di dare al messaggio. Sono il vostro pubblico, la loro provenienza e il loro background conoscitivo e culturale a stabilire l’indirizzo della vostra storia.
Mettiamo caso che qualcuno vi chieda: “Come posso raggiungere l’ufficio postale più vicino?”. Come rispondereste? Magari con qualcosa del tipo:
“Al primo semaforo svolta a sinistra. Prosegui fino allo stop e poi gira a destra su Main Street.”.
Queste indicazioni appaiono abbastanza chiare. Ma cosa succede quando si conosce già la persona che vi pone la domanda? Mettiamo caso che a porla sia vostro cugino Joseph, che conosce abbastanza la zona, ma che non ci bazzica da un po’. Potreste indicare qualche dettaglio in più.
“Gira a sinistra al primo semaforo, dove c’è la pompa di benzina blu. Prosegui dritto – supera il parco giochi dove giocavamo di solito – e gira a destra quando vedi la scuola dove abbiamo fatto le superiori.”.
Quello che stai facendo è offrire il giusto livello di dettagli in base alla persona alla quale stai dando le informazioni. Noi indirizziamo sempre la nostra conversazione in base al contesto e alle persone con le quali stiamo parlando. Lo facciamo senza neppure rendercene conto. Se aveste dato la vostra risposta nei minimi dettagli, avreste detto qualcosa di simile a questo:
“Inserisci la chiave nel blocchetto di accensione. Gira la chiave fino a quando non senti il rumore di accensione del motore. Prima di uscire dal garage controlla tutti gli specchietti retrovisori …”
… e così via. Non entriamo in questo livello di dettaglio perché implicitamente capiamo il livello di competenza dell’interlocutore, e a seconda di questo adattiamo il nostro messaggio.
Questa considerazione è importante, ma ancora insufficiente. Oltre al livello di competenza, abbiamo anche bisogno di comprendere il contesto. Nell’ultimo esempio, ho immaginato che la persona fosse alla guida di un’automobile. Ma potrebbe benissimo essere un ciclista, o un pedone. I contenuti che è importante inserire nella nostra risposta variano. Un ciclista potrebbe voler conoscere il grado di pendenza della strada, un pedone potrebbe percorrere anche le strade a senso unico, e il conducente non sarebbe in grado di guidare giù per una rampa di scale.
In The Design of Everyday Things (l’edizione italiana è intitolata La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani), Donald Norman discute il concetto dei modelli mentali – il modo in cui la gente guarda un sistema. Norman prende come esempio una fotocamera. Se si dovesse chiedere a un ingegnere come funziona una macchina fotografica, ci si potrebbe sentire rispondere con una spiegazione tecnica dell’apertura e dell’otturatore. Il fumetto di una tale spiegazione potrebbe essere simile a questo:
Se si dovesse chiedere a una persona qualunque come funziona una fotocamera, questa potrebbe rispondere spiegando come accendere la fotocamera, come mettere a fuoco l’immagine e come caricare le foto sul pc. Un fumetto creato per descrivere questa spiegazione, potrebbe essere simile a questo:
Entrambi i fumetti danno spiegazioni corrette. La differenza fra le due sta nelle competenze del pubblico e nel contesto in cui si inserisce il messaggio. Se conoscerete il vostro pubblico, avrete un’idea molto chiara di come dovrà essere impostata la vostra storia. Adesso siamo in grado di applicare queste considerazioni al nostro esempio.
Il pubblico al quale si vuole presentare Square è quello dei commercianti che hanno problemi relativi agli acquisti con carte di credito.
I commercianti che possono essere interessati a Square, possiedono uno smartphone, il che può fare pensare ragionevolmente che siano tecnologicamente pronti all’uso del dispositivo. Allo stesso tempo, dobbiamo tenere in considerazione che bisogna far capire loro che Square è facile da usare. Sarebbe inutile, invece, descrivere con cura i dettagli tecnici dell’hardware.