Non c’è bisogno di rivendicare la bontà dei fumetti come strumento divulgativo di temi scientifici, nevvero?
I “Science Comics” sono un sottogenere a cui non si è ancora dedicata l’attenzione che meriterebbe, per molteplicità di utilizzi e per potenzialità di diffusione. L’Università dell’Illinois qualche anno fa ha realizzato una ricerca sull’efficacia del medium, perché i vecchi stereotipi sono duri a morire.
Lo studio ha dimostrato che leggere i fumetti è un’attività sofisticata e di assorbimento del testo alla pari con la lettura di un testo “solo” e favorisce l’aumento del vocabolario personale. Naturalmente, ci sono fumetti fatti bene come non.
Molte persone si sentono minacciate dalle complessità scientifiche (anche questo è un pregiudizio ma potrebbe essere utile alla nostra causa). E cosa c’è di meglio dei fumetti per approcciarsi a matematica, statistica, fisica e tutte quelle materie che faticano a rimanere nella memoria e nella comprensione dei più? Let’s comics…
“G.T. Labs – Comics about scientist? What a dangerous experiment!“ coglie in pieno il provocante abbinamento tra scienza e nuvole, e anzi suggerisce per le sue pubblicazioni (che percorrono le vite e le mirabolanti imprese di Feynman, Oppenheimer, Bohr, Marie Curie, Galileo ecc.) una guida per gli insegnanti. È molto interessante constatare come la guida sia non solo sulla ricezione dei contenuti ma anche sui characters e sulla struttura dello storytelling, con una riflessione completa sul linguaggio di comunicazione e molta chiarezza sulle fonti.
La Nasa ha addirittura elaborato un character, Cindi, che spiega i misteri delle tecnologie e dello spazio agli studenti delle scuole elementari e medie.
Lo stile si ispira ai manga giapponesi, per entrare ulteriormente in contatto con il target di riferimento. Anche perché, come afferma il team creativo di Cindi, i bambini sono degli “scienziati per istinto”, e bisogna cercare di curare questa curiosità anche nella pre-adolescenza.
Anche l’Agenzia Spaziale Italiana si è impegnata in questa direzione, sfruttando l’immaginario immaginifico collegato allo studio dell’universo (qui).
La bibliografia è lunga (potete dare un’occhiata a questo link, e perché no anche a questo), anche se in Italia le pubblicazioni sono molto limitate e spesso datate, per non parlare degli allestimenti e dei materiali didattici dei musei scientifici (se proprio vogliamo farci del male facendo dei confronti possiamo esplorare il sito della bellissima Cité des Sciences a Parigi). Abbiamo trovato un blog dedicato (scienzafumetti.it) ma è defunto da tempo.
Vediamo comunque alcuni titoli arrivati da noi.
Logicomix (del matematico Apostolos Doxiadis, dell’informatico Christos Papadimitriou, del cartoonist Alecos Papadatos e della grafica francese Annie Di Donna): “Chiamato a esprimere un’opinione sull’intervento degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale, Bertrand Russell decide di cominciare il discorso da lontano, raccontando la propria vita. Così le vicende personali di Russell, dalla rigida educazione puritana dell’infanzia ai tormentati amori della maturità, si intrecciano alla sua storia di scienziato e filosofo, che getta le fondamenta della logica matematica moderna. Un viaggio che comincia sul finire del XIX secolo, per continuare in anni di grandi speranze e terribili conflitti, in compagnia di pensatori del calibro di Frege, Wittgenstein e Gödel. Ma anche insieme agli autori di questo libro, che intervengono in prima persona nel flusso del racconto, per coinvolgere i lettori in una storia che è quella di un cruciale capitolo della scienza. Logicomix segna un nuovo traguardo per il graphic novel come forma d’arte e strumento di divulgazione. La logica, la matematica e la filosofia non sono mai apparse così affascinanti ed emozionanti.” (fonte: Ibs).
Oppure, c’è anche Ultima lezione a Gottinga (di Davide Osenda), presentato al Festival della Matematica a Roma qualche anno fa, di cui Piergiorgio Odifreddi dice: “Il fumetto, alternando il chiaroscuro infernale del nazismo alla luminosità paradisiaca della matematica, riesce a far intravedere con gli occhi del corpo ciò che si può vedere compiutamente solo con gli occhi della mente.”
La statistica a fumetti (di Eileen Magnello e Borin Van Loon): “Può trattarsi dei farmaci che assumiamo, delle scarpe che preferiamo o della birra che scegliamo di bere: la statistica descrive qual è la forma del mondo in cui viviamo. E di solito ci appare “schiacciante”, “agghiacciante” o, meno spesso, “incoraggiante”. Con l’aiuto delle illustrazioni di Borin Van Loon, Eileen Magnello racconta la storia e le utilizzazioni pratiche della statistica, invitando il lettore a un viaggio ricco di sorprese in un argomento affascinante e al tempo stesso di importanza fondamentale per comprendere il nostro mondo.” (fonte: Ibs). Nella stessa collana di cui è chiaro l’intento divulgativo: L’evoluzione a fumetti, La relatività a fumetti, La logica a fumetti e – giuriamo che è vero – I frattali a fumetti.
Potete anche gustarvi una chicca del 1975 come Yoghi e Bubu – La statistica (di Hanna-Barbera), messo gentilmente in rete dalla Società Italiana di Statistica.
Poi ci sono opere omnie come La scienza a fumetti dello scienziato Jean-Pierre Petit, la cui autorevolezza è stata però messa in discussione dalla sua affermazione di essere stato contattato dagli alieni del pianeta Ummo…
Incredibile ma vero, la lotta tra scienziati-evoluzionisti e cristiani anti-Darwin si consuma anche attraverso i fumetti. Anzi, è un campo sensibile per la diffusione di massa e l’utilizzo nelle scuole. Jim Ottaviani, autore di comics scientifici da lunga data (sua la graphic novel su Niels Bohr, Un pensiero abbagliante), ha trovato ulteriore motivazione nel suo lavoro dopo essersi scontrato con Jack T. Chick, fumettista cristiano anti-evoluzionista. I materiali di Chick sono un incredibile e inquietante successo editoriale, e sono stati utilizzati per alimentare il movimento creazionista negli Stati Uniti.
Raccontare la scienza e gli scienziati a fumetti vuol dire prima di tutto narrare esperimenti ed entusiasmi, ostacoli da superare e incredibili scoperte: grandi vite dunque, e grandi storie da raccontare e ricordare, con il plus empatico del fumetto e l’incisività della sintesi visiva.
Sulla divulgazione scientifica per ragazzi attraverso il fumetto e le illustrazioni non possiamo dimenticare Editoriale Scienza. E infatti torneremo a parlarne.
Alcuni link di approfondimento e di ricerca molto interessanti e caldamente consigliati:
Integrating physical science and the graphic arts with scientifically accurate comic strips: rationale, description, and implementation (Revista Electrónica de Enseñanza de las Ciencias)
1 marzo 2012 16:27
Complimenti per il post e per la rassegna di fumetti a tema scientifico.
Anche in Giappone (da cui scrivo) i manga scientifici (e storici, nonchè didattici in generale) spopolano: uno tra tutti una bellissima serie sulla fisica tenuta dal gatto Doraemon.
Vi segnalo un mio breve post sull’argomento manga giapponesi e divulgazione scientifica:
http://marco-casolino.blogspot.com/2011/12/manga-scienza-e-giochi-di-parole.html
buon lavoro,
Marco Casolino
1 marzo 2012 17:30
Marco, grazie del contributo! Doraemon è un testimonial mica da poco… 🙂
Il fatto che il Giappone destini fondi pubblici per la divulgazione della scienza attraverso i manga la dice lunga sull’investimento e il riconoscimento sociale che si dà ufficialmente alla conoscenza scientifica da un lato e al linguaggio dei fumetti dall’altro: che con le sue specificità è particolarmente adatto ad un approccio dinamico e coinvolgente. Che la diffusione della conoscenza – con tutti i mezzi, gli strumenti e gli investimenti possibili – sia la base della cultura di un Paese è un concetto, che a guardare in casa nostra, non è purtroppo così scontato come dovrebbe…
Buon lavoro a te, nel lontano Giappone, e grazie ancora! A presto!
5 marzo 2012 12:26
Qualche anno fa mi sono imbattuto in questo libro:
http://www.einaudi.it/libri/libro/james-kakalios/la-fisica-dei-supereroi/978880618392
Mi sembra che avvalli ulteriormente la tesi del post…il professor Kakalios ha usato la verosimiglianza propria deila narrativa del fumetto americano per una serie di seminari di fisica all’Università del Minnesota: e il successo di questi ultimi gli ha conferito notorietà mondiale. A dimostrazione che una comunicazione non istituzionale può veicolare contenuti estremamente istituzionalizzati.
5 marzo 2012 14:26
Eccome! Anzi, forse è proprio la comunicazione non istituzionale (se ben fatta) che può vantare delle virtù in più rispetto ad una formalità totale di approccio: plus di empatia, di visibilità, di memoria, di diffusione. Grazie del suggerimento!