Solo nel 1994 viene cancellato dalle leggi tedesche il Paragrafo 175, che sanciva il reato di atti omosessuali. Molti degli omosessuali sopravvissuti ai lager furono perseguitati e incarcerati anche negli anni successivi alla fine del nazismo. Che il triangolo rosa sia stato rielaborato dal movimento LGBT, da segnale identificativo e stigmatizzante dell’oppressione nazista a simbolo identitario e di lotta, è un elemento che dona speranza. La città di Berlino è ricolma di rappresentazioni e monumenti che ricordano e vogliono ricordare alla memoria collettiva l’orrore, come qualcosa che non si può e non si vuole dimenticare.
E in Italia? Due pubblicazioni a fumetti riportano all’attenzione pubblica due temi da non far cadere nell’oblio, tanto più in un Paese dove scorrono non certo sotterranee correnti omofobe e xenofobe, non solo ancorate all’antisemitismo.
In Italia sono tutti maschi (Premio Micheluzzi 2009) ci racconta la repressione omosessuale nell’Italia fascista e il confino a cui furono condannati in moltissimi. La graphic novel di Luca De Santis e Sara Colaone è frutto di una ricerca storiografica ed è basata su una storia vera.
L’inverno d’Italia di Davide Toffolo ci porta dentro il campo di concentramento di Gonars (Udine), dove dal 1942 furono deportati dal governo fascista migliaia di cittadini sloveni e croati. Uomini, donne, vecchi e bambini furono sterminati da malattie e stenti, una pagina di Storia italiana di cui troppo poco si parla. L’opera di Toffolo procede per sottrazione, le immagini si prosciugano pagina dopo pagina come i corpi dei due giovani protagonisti.