Paperi e manuali

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Istruzioni di montaggio: dai minuziosi fogliettini nella capsula dei Kinder Sorpresa, oggetto di venerazione di ormai venerandi collezionisti, allo storico Meccano fino all’universo componibile dei Lego, i micro-manuali o gli step di montaggio da sempre hanno a corredo minimo e indispensabile delle immagini.

Come spiegare il fascino segreto di un oggetto che passo dopo passo prende vita? E quale migliore efficacia di istruzioni che con l’uso di soli disegni riducono all’osso le parole? Non solo nei geniali libri per bambini di Bruno Munari, capostipite di una determinata (e illuminata) concezione della didattica e del design, di un’intelligenza delle mani e della testa.

L’uso di immagini sintetiche non è certo “for dummies”, o destinato unicamente all’infanzia (erroneamente categorizzata spesso come un target a cui rivolgersi con condiscendenza, come se gli strumenti a disposizione dei destinatari fossero di serie B, giustificando un approccio semplicistico e “basso”).

L’esempio più eclatante di istruzioni per adulti di montaggio senza parole sono forse internazionalmente i fogli inclusi nelle confezioni dei mobili Ikea, in cui un personaggio stilizzato assembla i mobili in passaggi semplici ed essenziali, e se non capisce telefona per un aiuto personalizzato. Quello del fai-da-te è uno dei concetti fondamentali alla base della filosofia dell’azienda svedese.

Tanto è pervasivo il modello Ikea da aver meritato delle parodie, anche ufficiali (fonte: un grazie a House of Mistery), che ironizzano proprio sulla funzionalità di istruzioni tanto lineari da non tenere conto del “fattore umano” come variabile impazzita. O ispirare ironicamente la Hansaplast (produttrice di cerotti, qui l’immagine).

La linea è chiara, i passaggi di montaggio sono numerati. Tutto sta a significare: è così semplice e immediato che non abbiamo bisogno di appesantire il messaggio con parole, possiamo limitarci ad azioni facilmente rappresentabili. La scelta del linguaggio è dunque un rinforzo di uno dei valori base aziendali.

La rete abbonda di instructional graphics; qui ci limitiamo a quelli “entrati nella storia” del fare con le mani, del montaggio, dell’assemblaggio, sull’adagio “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” di cui abbiamo parlato anche quiE già che di Munari si parla, una miniera d’oro di spunti, dai pre-libri ai laboratori per bambini e per adulti fino alla collaborazione con Nico Orengo per La scatola dei giochi, programma televisivo entrato nella storia della televisione e anche preziosa pubblicazione ricca di illustrazioni di cui riportiamo qualche immagine: mondi creati con materiali di base, facilmente reperibili, dalla creta, alla stoffa, al legno, alla sempiterna carta.

Sempre ai materiali poveri, anche come attenzione al riciclaggio e contro lo spreco dei giocattoli, fa riferimento il manuale dell’Unicef (qui). E viva la creatività.

Un monumento (anche come numero di pagine, dato che la numerazione va da 1 a 9 senza contare gli extra) sono i Manuali delle Giovani Marmotte. Qui, Quo e Qua in formato scout imparano, e i giovani lettori con loro, a fare di tutto, dalla costruzione di un ponte a quella di un aquilone.

In questo caso si tratta di una vera e propria operazione-testimonial, in cui la forza divulgativa sta anche nella riconoscibilità di personaggi amati e conosciuti in tutto il mondo.

Anche in questo caso ci sono state delle derivazioni parodistiche, che contribuiscono a sottolinearne la mitologia: in Qui, Quo, Qua e la guerra dei manuali la Banda Bassotti tenta la malvagia operazione di creare il “Manuale dei Giovani Marioli” con scopi chiaramente diseducativi e criminali.

Chi vincerà il duello a colpi di istruzioni?

Se il grande fumettista Will Eisner (di cui abbiamo già parlato qui) ha realizzato per l’esercito statunitense tra il ’51 e il ’72 dei lavori che integrano fumetto, istruzioni e storia (qui un’immagine), e le istruzioni per assemblare robot, motori e modellini si sprecano, dal lato donnesco taglia e cuci le occasioni non si risparmiano, come nelle immagini vintage riportate da questo blog.

Dunque l’immagine e il fumetto sono uno strumento principe della costruzione creativa step by step: semplificano e riducono la realtà a soluzione visiva “minima”, e non a caso la nona arte si dice anche “sequenziale”. In un’epoca di sempre maggiore condivisione dell'”how-to” in coppia con il self-service, l’ottimizzazione dei processi è servita.

 

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