Best 15: le migliori locandine illustrate di film

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Dritte nell’immaginario collettivo: alcune locandine hanno una forza che non si dimentica, specialmente se il film è entrato nella storia del cinema o l’immagine ha un’autorialità che ha vita propria. Ecco dunque quindici casi “speciali” illustrati, alcuni molto famosi, altri meno ma non per questo meno interessanti (anche perché l’uso dell’illustrazione nelle locandine è sempre più spesso abbinato a film indipendenti, e i set di poster sono un fenomeno recente).

 

1. Il cigno nero (2010) – Darren Aronofski – Locandina di La Boca

Un vero caso sulla rete, un set di locandine impressionanti, che hanno fatto molto parlare di sé. L’agenzia britannica si rifà alle illustrazioni cecoslovacche e polacche degli anni ’60 e ’70, ma anche alle immagini di propaganda russa, con un uso molto originale della tipografia e dei colori. In questa immagine il corpo del cigno include (e sembra al contempo minacciare) la silhouette della ballerina, che danza riflessa tra un lago nero e un altrettanto oscuro cielo stellato.

 

 

 

 

 

2. Gli amori folli (2009) – Alain Resnais – Locandina di Blutch

Presidente dell’ultimo Festival di Angoulême, che gli ha dedicato un’ampia mostra, Blutch ha realizzato una suggestiva locandina per l’ultimo film del grande regista francese. Il disegnatore è celebre soprattutto per le avventure de Il piccolo Christian, poetica e ironica opera tradotta in molte lingue.

 

 

 

 

 

 

 

3. Walk the Line (2005) – James Mangold – Locandina di Shepard Fairey per Studio Number One

Più conosciuto per il titolo originale, mitica canzone di Johnny Cash che per l’italiano Quando l’amore brucia l’anima, il film coinvolge nella locandina nientemeno che Shepard Fairey. Autore della memorabile immagine “Hope” per la campagna presidenziale di Obama nel 2008, l’illustratore e artista è immediatamente riconoscibile anche in questo poster, nei colori pieni, la linea netta, lo stile incisivamente vintage. Il suo sito Obey Giant – Manufacturing Qualinty Dissident since 1989, la sua storia e le sue idee sono un mondo da esplorare.

 

 

 

 

 

4. Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (2010) – di Apichatpong Weerasethakul – Locandina di Chris Ware

Palma d’Oro al Festival di Cannes, il film tailandese sconsigliabile per chi ha poca pazienza si avvale di questa immagine altrettanto enigmatica di Chris Ware, fumettista statunitense dalla grande inventiva. Qui un bell’approfondimento, su Mubi.

 

 

 

 

 

 

 

5. La città delle donne (1980) – Federico Fellini – Locandina di Andrea Pazienza

Vecchio Snaporaz! Diceva Benigni di Pazienza: “Con Federico Fellini parlavamo spesso di lui, era uno dei nostri pupilli, uno dei nostri amori, uno dei nostri argomenti preferiti. Fellini infatti lo usò per la locandina de La città delle donne. A me sarebbe piaciuto tantissimo usarlo anche come attore perché era meraviglioso, aveva una faccia straordinaria, mi metteva una grande allegria guardarlo. Era proprio lo spirito fanciullesco dello scugnizzo, dell’intelligenza pura in tutti i sensi.”

 

6. Happiness (1998) – Todd Solondz – Locandina di Daniel Clowes

Ospite d’onore al Festival del Fumetto di Lucerna 2011Clowes ha realizzato alcune delle graphic novel più influenti degli ultimi anni, come Eightball o l’ultimo, pluripremiato Wilson. Non esiste forse stile più adatto all’allucinato e geniale film di Todd Solondz, Gran premio della Giuria a Cannes.

 

 

 

 

 

 

 

7. Another year (2010) –  Mike Leigh – locandina di Floc’h

Dal regista inglese di Segreti e bugie, l’ultimo sapiente film sul fatto di sapere di non sapere, soprattutto su cosa sia la felicità o la rassegnazione. Floc’h è uno dei maggiori esponenti della linea chiara; autore multiforme, ha firmato molte locandine, comprese alcune per Woody Allen.

 

 

 

 

 

 

 

8. 13 Assassins (2011) – Takashi Miike – locandina di Yuko Shimizu

Illustratrice e designer giapponese di gran classe, pluripremiata in tutto il mondo, Yuko Shimizu crea per il regista di culto Takahashi Miike una magnifica illustrazione che sa di antichità e di violenza, di grazia e di (graphic) novel, riflettendo lo spirito incendiario del film.

Come dice il Miike, “Durante le riprese, la violenza significa amore e armonia. Durante le riprese dei miei film, nessuno si è ferito gravemente. La cosa curiosa è che più l’amore è grande, più aumenta la violenza. Ultimamente ho il dubbio che proprio dall’amore nasca la violenza. In altre parole, sono la stessa cosa.”

 

 

 

9. Caro diario (1993) – Nanni Moretti – Maurizio Ruben e Riccardo Fidenzi per Interno Zero

Guidando la sua vespa per Roma Moretti ha vinto la Miglior Regia a Cannes nel ’94. Questa immagine è entrata profondamente nell’immaginario dei cinefili e dei vespisti. Quando è nato un figlio a Moretti, Pietro, sul sellino si è aggiunto un bambino nel logo della casa di produzione del regista, la Sacher Film. Naturalmente tutti e due hanno il casco.

 

 

 

 

 

 

10. Barry Lyndon (1975) – Stanley Kubrick – Locandina di Saul Bass

Da Vertigo di Hitchcock a Clockers di Spike Lee, il designer ha fatto la storia delle locandine cinematografiche (e di molti titoli di testa). Non è stato propriamente un illustratore, ma ci sembrava doveroso, per la bellezza e la riconoscibilità delle sue sagome essenziali, sufficienti e necessarie si direbbe.

 

 

 

 

 

 

 

11. Nosferatu: il principe della notte (1979) – Werner Herzog – Locandina di David Palladini

Art Nouveau e inquietudini notturne emergono in questo spaventoso poster dell’illustratore statunitense, celebre per i suoi affascinanti ed evocativi tarocchi. Cosa ci può essere di più inquietante di un vampiro dai lunghi incisivi? Un film cult, decadente, elegante.

 

 

 

 

 

 

 

12. The Spirit (2008) – Frank Miller

Il creatore del rivoluzionario Il Ritorno del Cavaliere Oscuro rivoluziona anche l’iconografia di The Spirit. Non è Will Eisner, e non è il suo spirito, si potrebbe dire. Al di là delle valutazioni cinematografiche però, Miller ha un impronta che si vede, subito, qui fin dalla locandina. L’eroe elegante e sfuggente di Eisner si trasforma in un torreggiante bianco e nero, ferito dal rosso della cravatta. Questa, e le altre locandine del film, hanno talmente colpito i designer da coinvolgere gli studenti dello IED nella creazione di poster alternativi (qui il video). Per EW: ” Chi pensi che ti abbia influenzato visivamente? MILLER: Tutti. I fumetti sono pieni di lavoro stupefacente. E io non posso guardare un disegno di una donna senza pensare, ad esempio, a Wallace Wood e alla sua incredibile capacità di catturare la bellezza. E se cerco la suspense – Johnny Craig. La prima volta che ho disegnato Spider-Man, non avevo neanche dato un’occhiata al fumetto di Steve Ditko. È già tutto qui (indica la propria testa). Quand’ero sul set del film, l’unico artista che non ho studiato è stato Will Eisner, perchè è già tutto nelle mia testa: lui mi ha allenato, ha fatto un lavoro che mi ha profondamente ispirato.”

13. Don’t Be Afraid of the Dark (2010) – Troy Nixey e Guillermo Del Toro

Troy Nixey: “Sono entusiasta di rappresentare il mio primo film con un’immagine che ho disegnato. Ho disegnato per tutta la mia vita, e di sicuro non vi ho rinunciato quando sono diventato regista. Infatti disegno tanto quanto disegnato quando facevo il fumettista, il designer ecc, in modo da essere in grado di immettere quelle competenze in qualcosa che per la maggior parte delle persone sarà il primo approccio al film […]. La mia speranza è che il poster abbia un impatto abbastanza forte su di loro, così che vorranno vedere il film quando esce in gennaio.” (Fonte: www.chud.com)



 

 

 

14. Best Worse Movie (2009) – Michael Stephenson – locandina di Tyler Stout

Un documentario sul peggior film della storia del cinema, un vero cult negli stati uniti, Troll 2 dell’italiano Claudio Fragrasso. L’immagine è del celebre illustratore Tyler Stout, il cui lavoro è una sapiente miscela di fumetto, street art e fotorealismo. Lavora spesso in collaborazione con l’agenzia californiana Mondo, per incarichi speciali alla Alamo Drafthouse Cinema: ha realizzato molti aggiornamenti di locandine, con il suo tocco personale e riconoscibile. Questo però è il poster originale del bizzarro documentario.



 

 

 

 

15. La fortuna di Cookie (1999) – Robert Altman – locandina di Milo Manara

Un cast di stelle ritratte da Manara con la solita perizia, protagonista una Liv Tyler meno insinuante di quanto promette il poster del film. La coralità della regia altmaniana passa anche da questa rassegna di volti, per una storia con un finale a sorpresa. Come scrive Porro sul Corriere della Sera : “Paesaggista e ritrattista, cronista e recensore, Altman riparte nella Fortuna di Cookie (Cookie’s fortune) ancora da tre donne.” Lo stesso si può dire, per altri versi, di uno dei maestri del fumetto erotico italiano.

 


 

 

 

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